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Microsoft-Yahoo!: una manovra attesa

di Gianni Rusconi

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1 FEBBRAIO 2008

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Agosto 2007: Yahoo! batte tutti nella classifica di gradimento dei motori
I dati resi noti dalla University of Michigan, che misurano il grado di soddisfazione dei consumatori americani attivi sui portali e sui motori di ricerca del Web, attribuiscono a Yahoo! un punteggio migliore di quello riservato a Google. L'indice Acsi (che sta per American Customer Satisfaction Index) della casa californiana sale a 79 contro i 78 della rivale, mentre il portale Msn di Microsoft segue a ruota a 75 centesimi) in compagnia della rivelazione Ask, la Web company che ha segnato la migliore performance in assoluto con il 5,6% di incremento dal 2006.
Yahoo!, osservano gli autori dello studio, può vantare dalla sua l'ottima struttura di community (Flickr.com, il sito vetrina per le fotografie più gettonato dai navigatori del Web è di sua proprietà) e una serie di funzionalità secondarie a corredo del portale, rinnovato ancora di recente nell'interfaccia utente. Google rimane il sito al top in materia di "search".
31 gennaio 2008: Terry Semel lascia il board di Yahoo!
Terry Semel, uno dei fondatori di Yahoo!, da quest'estate non più Ceo ma solo "chairman of the board" non esecutivo della società, lascia anche questo incarico e abbandona in modo definitivo la stanza dei bottoni della sua creatura. Per Yahoo! è l'inizio di una nuova era, che si apre con le difficoltà di profitti trimestrali inferiori rispetto all'anno precedente e la necessità ventilata di mettere mano alla forbice per tagliare circa 1.000 dipendenti.
1 febbraio 2008
Siamo a oggi: Microsoft ratifica l'Opa da 45 miliardi di dollari. La strada per raggiungere gli obiettivi annunciati giorni addietro alla UBS investor conference (che vedono il raggiungimento di una market share del 40% nel digital advertising, contro l'attuale 6%, in cinque anni) passa per la scalata a Yahoo!. Per la società californiana è arrivato il momento della verità e la scelta (per il board) di accettare la super offerta è quasi "obbligata". Una società che ha scritto un pezzo della storia del Web passerebbe sotto il cappello della società che agli albori del Word Wide Web snobbava Internet e le potenzialità della Rete. A meno che per Microsoft, al momento, non sia più conveniente e meno complicato mettere le mani su Ask.com, la quarta potenza del Web search made in Usa.

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